Amedeo Vergani (foto dal sito www.lsdi.it)Quando scompare un amico, senti che qualcosa ti mancherà sempre da oggi in poi. Perché Amedeo Vergani, prima ancora che valente fotoreporter e portabandiera di tante battaglie sindacali per la difesa di freelance e giornalisti dell’informazione visiva, prima di tutto era un amico. Mio amico. Amico di tanti di noi. Ci mancheranno come qualcosa di essenziale il suo contributo, le sue argute riflessioni, i suoi appassionati interventi dai quali sempre traspariva la profondità della preparazione.

Amedeo è morto all’improvviso, nel sonno nella sua casa di Merone di Como, all’alba del primo maggio all’età di 65 anni. Una data, quella in cui ci ha lasciato, festa dei lavoratori, che appare significativa del suo impegno sindacale, testimoniato fino all’ultimo. Si è speso con tutte le sue energie, nella Fnsi e nell’Associazione lombarda dei giornalisti, per battaglie di libertà e dignità, non solo a favore dei tanti che nel nostro Paese esercitano la professione di giornalista senza garanzie né tutele, ma anche e soprattutto per una informazione veramente libera da legacci, ricatti, pressioni: una informazione di cui si sente sempre più bisogno in Italia oggi.

Ho conosciuto Amedeo grazie alla nostra comune frequentazione delle riunioni sindacali alla Federazione nazionale della stampa italiana: abbiamo parlato, ci siamo confrontati e condotto battaglie comuni per la dignità dei giornalisti freelance e per quelli dell’informazione visiva.

Questi ultimi, in particolare, sono stati oggetto di un impegno al quale Amedeo si è dedicato in maniera costante e preparata. E con profonda gratitudine ricordo i suoi contributi, i suoi studi, i suoi scritti e le nostre lunghe e appassionate telefonate attraverso cui ci siamo confrontati, fin da prima della sua nascita, sull’Inpgi 2, che entrambi abbiamo sempre considerato la casa comune per le tutele dei tanti colleghi che lavorano senza le garanzie di un contratto di lavoro.

Amedeo mi mancherà, ci mancherà. So che mi chiederò, prima di prendere una decisione, di esprimere un’idea, cosa ne avrebbe pensato Amedeo. Sicuramente la cosa che lui desidererebbe soprattutto è essere ricordato attraverso la continuità della nostra azione sindacale. Ed è quello che tutti noi che l’abbiamo conosciuto siamo chiamati a fare da oggi.

Alla mamma di Amedeo, alla moglie, ai suoi tre figli e a tutti i suoi cari invio un abbraccio affettuoso.

Massimo Marciano

Il ricordo di Amedeo Vergani sul sito di

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Morto Amedeo Vergani, noto fotoreporter e alfiere di tante battaglie sindacali
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