Il Tribunale di Cosenza, con un’ordinanza del 1° febbraio scorso, ha rimesso alla Corte costituzionale la questione di legittimità dell’art. 9, commi 1 e 2, del Decreto “cresci Italia”, il numero 1 del 24 gennaio 2012, che dispone l’abolizione delle tariffe minime e massime delle professioni regolamentate dagli Ordini. Secondo il Tribunale, le nuove previsioni si pongono in contrasto con il principio costituzionale della ragionevolezza della legge, nella parte in cui non prevedono la disciplina transitoria limitata al periodo intercorrente tra l’entrata in vigore della norme e l’adozione da parte del ministro competente di nuovi parametri per le liquidazioni giudiziali.
Al di là dei tecnicismi giuridici e delle discussioni che la questione ha aperto fra gli esperti di diritto, il punto è che, come sostiene l’ordinanza di remissione alla Corte costituzionale, abolendo il sistema dei tariffari si è determinato un vuoto normativo, in quanto non è stato ancora emanato il decreto del ministero della Giustizia che avrebbe dovuto, secondo il “cresci Italia”, stabilire i parametri sulla base dei quali deve essere possibile determinare il compenso del professionista da parte del giudice in caso di contenzioso giudiziario.
Nel concreto, per i tanti giornalisti freelance e precari la questione di legittimità costituzionale sollevata dal Tribunale di Cosenza rappresenta un argomento che rafforza la richiesta di rapida approvazione del progetto di legge sull’equo compenso, attualmente all’esame del parlamento. Una legge che, stabilendo i livelli retributivi minimi necessari a soddisfare il principio costituzionale contenuto nell’art. 36, comma 1 della Carta («Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa»), contrasti lo sfruttamento del lavoro giornalistico precario, con compensi da fame e in assenza di tutele.
Massimo Marciano
perdona l’ignoranza, caro Massimo, ma l’abolizione dei tariffari per quanto riguarda i giornalisti non era già attiva di fatto dal 2007 dopo le liberalizzazioni di Bersani?
E’ vero. Ma il principio che ci debba essere una norma che stabilisca un parametro di riferimento per il giudice per stabilire il giusto compenso per le professioni regolamentate da Ordini è un punto a favore dell’equo compenso per i giornalisti.
ti ringrazio, capito