Il quesito di E. R.:

Carissimo Massimo,

grazie per la tua rubrica che è una fonte di informazioni  continue in merito alla posizione previdenziale dei giornalisti.

Nel 2008-09 ho collaborato per una rivista come scrittrice di racconti. Ho dichiarato i miei compensi all’Inpgi 2, poi la collaborazione si è interrotta. Mi hanno ricontattata e da gennaio 2011 ho ricominciato a scrivere per loro, anche se finora mi hanno pubblicato una sola storia.

Vengo al dunque. Come giornalista pubblicista potrei chiedere un contratto di collaborazione? Se sì quale? Oppure visto il periodo di crisi mi conviene tacere e continuare a tenermi questo tipo di collaborazione (ho paura di sbagliare e perdere anche questa occasione)?

Un altro quesito: ho 9 anni di contributi Inps maturati con altre attività diverse dal giornalismo. Ai fini pensionistici come saranno valutati se ho anche quelli dell’Inpgi 2?

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La risposta di Massimo Marciano:

Cara collega,

grazie mille per le tue belle parole. Quanto al contratto di collaborazione, non c’è nessun impedimento per ottenerlo, a parte le questioni di opportunità nella trattativa con l’editore che tu evidenzi e che sono comunque rimesse solo alla tua valutazione personale.

Le tipologie di contratti che potresti eventualmente sottoscrivere, nel tuo caso sono sostanzialmente due.

La prima, e la più “garantita”, è quella del contratto di collaborazione fissa, così come previsto dall’articolo 2 del contratto collettivo nazionale di lavoro giornalistico. In questo caso si tratterebbe di una forma particolare, che è prevista solo nel contratto dei giornalisti, di lavoro subordinato: a fronte di una retribuzione pattuita tra le parti (riguardo la sua entità), avresti un regolare stipendio con contributi previdenziali all’Inpgi principale e i versamenti per la Casagit a carico del datore di lavoro.

In questo caso, potresti chiedere anche la ricongiunzione dei nove anni di contributi che hai all’Inps. Questa ricongiunzione è onerosa, nel senso che per ottenerla dovresti pagare all’Inpgi una quota a ristoro di quanto l’Istituto dovrebbe riconoscerti per la rivalutazione dei vecchi contributi. Se dovessi fare questo, ti converrebbe farlo il più presto possibile: l’onere di quanto da te dovuto verrebbe calcolato alla data della tua domanda, indipendentemente dal tempo che dovesse passare prima di avere una risposta dall’Inpgi. L’Istituto ti proporrebbe un piano di rateizzo di quanto da te dovuto e tu, a quel punto, potresti decidere se aderire o meno. L’alternativa, sarebbe fare il cammino inverso, ovvero ricongiungere i tuoi contributi dall’Inpgi principale all’Inps. In questo caso non dovresti pagare nulla e potresti farlo anche prima di andare in pensione. Ma il rendimento dell’operazione della ricongiunzione sarebbe più basso e quindi avresti una pensione inferiore a quella che ti liquiderebbe l’Inpgi nel caso che ti ho illustrato prima.

Se tu non ottenessi il contratto regolato dall’articolo 2 (o altro di natura giornalistica) in futuro, non avresti versamenti all’Inpgi principale e quindi non potresti ricongiungere i nove anni che hai all’Inps, che rimarrebbero “congelati” e seguirebbero un percorso previdenziale a sé stante, indipendente da quello che stai seguendo con i contributi all’Inpgi 2, che un giorno daranno luogo a una pensione specifica.

La seconda tipologia di contratto che potresti avere è un co.co.co. Si tratta di un rapporto di lavoro parasubordinato che non prevede versamenti per la Casagit e i cui contributi previdenziali vengono versati, secondo le norme entrate in vigore dal 2009 e le aliquote contributive in essere da quest’anno, a cura del datore di lavoro all’Inpgi 2. Riguardo l’eventualità, in questo caso, di non avere più collaborazioni libero-professionali ma solo co.co.co., ti rimando alla parte finale della risposta al quesito precedente in merito alla comunicazione da fare all’Inpgi 2 per non versare l’acconto di settembre.

Inpgi: quesiti – Collaborazione fissa, co.co.co. e ricongiunzione dei contributi
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