La Fnsi ne ricorda la “divisa di battaglia” e la forza di un magnetico solidarismo

La Federazione Nazionale della Stampa Italiana comunica:

Marilisa Verti al congresso Fnsi di Bergamo (novembre 2010)“La notizia della sua morte, improvvisa, purtroppo è vera e non è un fantasma, come lei aveva imparato a travestirsi per denunciare i drammi dei giornalisti senza prospettiva, precari e di poche speranze per il futuro, anche a 50 anni e più. Marilisa Verti, giornalista freelance, 56 anni, una carica positiva e critica permanente, animatrice della vita associativa della categoria e dei coordinamenti dei colleghi che vivono la condizione del giornalista senza contratto sicuro, stavolta non è sparita dietro un lenzuolo bianco con due fori agli occhi, la sua “divisa di battaglia”: è scomparsa, stroncata da un malore fulminante. Una tragedia che sconvolge tutti coloro che l’hanno conosciuta, che l’hanno avuta al fianco in tante battaglie, anche tenace e leale personalità competitiva, protagonista nella componente interna della Fnsi “Senza Bavaglio”, sul terreno delle idee e delle azioni sociali, nel Sindacato dei giornalisti e nel movimento più vasto per la lotta al lavoro sommerso e precario.

Ancora sabato scorso, Marilisa era in prima linea. Domenica una pausa nella inesauribile attività sociale, l’avviso di un dolore intenso e la morte.

Marilisa Verti non è un fantasma. E’ (ne parliamo al presente perché così la sentiamo tra noi) una donna e una giornalista vera, una persona vitale nel paesaggio delle attività sociali per le libertà, i diritti, la dignità del lavoro in tutte le sue espressioni. I suoi “fantasmi”, visti in piazza in tante manifestazioni, sono una denuncia permanente per far conoscere e capire i drammi di chi non sta nei libri paga regolari, anche delle imprese editoriali, e per chi i Cud certificano una vita da fantasmi.

La Fnsi saluta Marilisa Verti con affetto, partecipa al dolore dei famigliari, rivive la forza della sua magnetica solidarietà”.

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Ognuno di noi è più povero quando perde qualcuno. Più poveri lo siamo tutti quanti quando ad abbandonarci è chi ha dedicato la propria vita alla lotta per i diritti di tutti. E’ l’impegno che Marilisa Verti ha messo nella sua attività sindacale, sia nella Fnsi sia nell’Associazione lombarda dei giornalisti, nelle sue battaglie da “fantasma” dell’informazione: senza volto per meglio rappresentare chi non ha voce.

Ci accomunava una consapevolezza: un’informazione fatta per la gran parte da giornalisti precari, ricattati, mal pagati o addirittura non pagati affatto è una grave ferita non solo per i diretti interessati, non solo per la categoria intera dei giornalisti, ma soprattutto per la democrazia, e quindi per ognuno. Non c’è giustizia, non c’è libertà, non c’è democrazia se l’informazione è fatta da “fantasmi” senza diritti.

Un impegno, uno stile di vita, quelli di Marilisa, che l’hanno caratterizzata fino all’ultimo giorno, fino a quell’improvviso malore che ce l’ha portata via. Ma il suo esempio e la sua azione restano. E’ un patrimonio che ormai fa parte di ognuno di noi.

Massimo Marciano

Improvvisa morte di Marilisa Verti, freelance, “giornalista fantasma”
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